Che ne dite di arrivare preparati all'incontro "Le
trasformazioni della convivenza umana" del 29 settembre che si terrà nell'ambito del Festival delle Trasformazioni?
Ecco alcuni interessanti testi dell'autore Adriano Zamperini che
potete trovare nella nostra Psicobiblioteca…
L’ostracismo
On line e
off line. Connessi e sconnessi. Parole chiave della contemporaneità che si
fanno marcatori di destini personali. Segnalando i vincenti e i perdenti. I
ricchi e i poveri di contatti sociali. Sforzi, spesso avvilenti o alienanti,
votati a riconquistare l’accettazione. Lotte cognitive, emotive e
comportamentali che ruotano attorno al fenomeno dell’ostracismo, ossia l’essere
esclusi, respinti e ignorati.
L’indifferenza
La nostra
società appare ai più popolata di passanti distratti e noncuranti, affetti
dall’indifferenza dell’uomo verso l’uomo, dotati di una moralità precaria e
asservita all’interesse personale. Il libro risale alle spalle di questo
atteggiamento, impreziosito inoltre da storie di vita (le peripezie di un
peacekeeper nel corso di una missione umanitaria, l’angoscia e l’impotenza di
un infermiere durante il G8 di Genova) generatrici di epifanie emotive che
sollecitano risposte contrarie all’abituale.
Prigioni della mente
Dentro
tre prigioni. Guantanamo, lembo di terra cubana. Stanford, seminterrato del
dipartimento di psicologia. Londra, studi della Bbc. La prima, tragicamente
reale. La seconda, una simulazione sperimentale degenerata in dramma. La terza,
un’architettura carceraria stile Grande Fratello. Luoghi diversi eppure
accomunati dalla medesima condizione: il loro essere siti dell’oppressione e
della resistenza. Che cosa accade a persone comuni quando agiscono in
situazioni estreme? Qual è il comportamento esibito da chi veste i panni di
guardia e da chi assume il ruolo di prigioniero? Una presa di coscienza dei nuovi volti assunti dal male, anche e soprattutto
all’interno delle società democratiche.
La bestia
dentro di noi
Torturare
un prigioniero in guerra, incendiare automobili, rompere vetrine durante una
manifestazione, sparare sui compagni di scuola. Eventi diversi accomunati
dall’idea che dentro gli esseri umani vi sia una bestia sempre pronta a
esplodere, l’aggressività. Ma esistono istinti omicidi e pulsioni distruttive?
La biologia umana è davvero irrimediabilmente maligna? O si tratta di stereotipi,
come dimostra il libro?