Nel 2007 le Nazioni Unite decisero di istituire il 2 aprile quale giornata mondiale dell’autismo e associarono ad essa il colore blu in quanto esso rimanda a una sensazione di calma e accettazione, in un mondo multisonoro e frenetico, in cui le persone con autismo possono non sentirsi a loro agio. Una tinta che ha il potere di risvegliare il senso di sicurezza e il bisogno di conoscenza. Sono proprio questi i due temi che coinvolgono il mondo dell’autismo. La sicurezza intesa sia come la possibilità di vivere un’esistenza libera e protetta per le persone autistiche ed i loro genitori, sia come sicurezza del futuro. La conoscenza vista sia come ricerca scientifica, sia come consapevolezza per tutti nel sapere come comportarsi con una persona autistica.
L'autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che si manifesta nei primi tre anni di vita del soggetto. In Italia si stima che 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico.
Il funzionamento della persona autistica impatta in aree specifiche, la comunicazione, l’interazione sociale, la ripetitività e la ristrettezza di interessi.
In occasione di questa giornata, la nostra socia Sara Cerastico (laurea in Sc.Educazione) vuole condividere con voi il ricordo di un’interessante incontro con il professor Lucio Moderato, al quale ha partecipato da neolaureata. Nonostante sia ormai passato qualche anno, quelle parole sono ancora ben impresse nella sua memoria…
…”Mi è piaciuta la definizione semplice ma evocativa, che il Professor Moderato ha dato dell’autismo: l’autismo è una condizione. Quest’ultima una parola alla portata di tutti che non categorizza, a cui è stata poi aggiunta una valutazione, ovvero l’autismo è una condizione complessa che, e questo è un mio parere personale, non può non prescindere dalle esperienze vissute e dalle ricerche scientifiche che in continuo aggiornamento cambiano lo scenario sul tema” dice Sara.
Lucio Moderato, deceduto lo scorso anno a causa del Covid, è stato uno Psicologo e psicoterapeuta, considerato uno dei massimi esperti italiani di autismo.
Oltre 20 anni fa ha iniziato a parlare in Italia di autismo e dei trattamenti terapeutici di tipo educativo-comportamentale idonei per migliorare questa condizione. Grazie a lui c’è stata una svolta positiva nella visione dell’autismo. Mentre intorno a lui, vari professionisti erano ancora legati a una visione dell’autismo che vedeva questo disturbo come derivante da un rapporto relazionale difettoso tra madre e figlio, dove una madre anaffettiva causava l’autismo nel bambino.
Il professore è stato tra i primi a capire che l’autismo fosse un disturbo del comportamento e non una patologia e ha insegnato che le possibilità contano più dei deficit.
La sua passione lo ha spinto a individuare una serie di modelli virtuosi che definiscono specificamente che cos’è l’autismo e che permettono di creare dei percorsi a beneficio di migliaia di soggetti autistici, migliorando in maniera significativa gli effetti della loro condizione, utilizzando un approccio globale alle disabilità intellettive a cui oggi tante strutture dedicate fanno riferimento e traggono ispirazione.
Con caparbietà e ostinazione cercava di insegnare qualcosa anche agli adulti con autismo che per altri esperti erano casi irrecuperabili, riuscendo comunque a trovare il modo di migliorarli e dando loro nuova dignità.