venerdì 20 novembre 2015

CRC e disabilità - [DIARIO TIROCINANTE]

 In questo secondo semestre di tirocinio in A.P.S Centro Studi Psico-Socio-Educativi Creativamente mi sto occupando maggiormente dellarea evolutiva, approfondendo anche l’aspetto relativo alle leggi che tutelano i diritti dei minori: uno di questi documenti è la Convenzione per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC - Convention on the Rights of the Child).

In questo documento si parla di uguaglianza, rispetto, priorità del benessere del bambino per quanto riguarda ogni aspetto della sua vita.
Parlando di uguaglianza e rispetto, non posso fare a meno di pensare ad una “situazione” particolare… di cui io stessa faccio parte: la disabilità.
Tante le leggi e tanti i tentativi per favorire l’integrazione delle persone con disabilità. A scuola, nella vita quotidiana, i viaggi, divertirsi con gli amici….per poter agevolare anche chi ha necessità diverse nel fare cose che per la maggior parte della gente risultano normali ed automatiche: mi va di bere un caffè? Entro in un bar. Si fa una gita al parco divertimenti? Tutte sulle giostre!
L’art. 31 della CRC sancisce:

Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed allo svago, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età, ed a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Gli Stati parti devono rispettare e promuovere il diritto del fanciullo a partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione di adeguate attività di natura ricreativa, artistica e culturale in condizioni di uguaglianza.

Questo vuol dire che tutti i bambini hanno il diritto di poter affrontare le stesse esperienze dei loro coetanei, nei tempi e modi per loro più opportuni.
A volte, come recita il detto, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Le leggi “dall’alto” possono fare poco se manca l’informazione e la cultura sulla disabilità… se le persone, bambini ma soprattutto adulti, non percepiscono l’importanza di qualcosa (qualsiasi essa sia) non si può pretendere che abbiano l’accortezza di rispettare una norma imposta.

E da questo punto di vista, i bambini sono delle spugne, apprendono dall’esempio degli adulti: se l’adulto non si preoccupa di qualcosa, non si interroga se sia giusta o sbagliato, il bambino non imparerà a farlo.
Ma proviamo a chiedere direttamente ad un bambino se reputa sia giusto trovare un modo per far giocare il proprio compagno di classe in sedia a rotelle, o far capire all'amichetto cieco com'è fatta una fragola anche se non la vede…. Ci sorprenderà con una sensibilità che la maggior parte degli adulti si sogna, oltre a suggerirci decine di progetti e soluzioni degni del miglior ingegnere o architetto!!
I bambini hanno una sensibilità innata, che è giusto permettere loro di coltivare dando il buon esempio e sensibilizzando, a scuola come nei gesti quotidiani. 
Ma sono sicura che nel giro di poco tempo i ruoli si ribalterebbero: i bambini da discenti diventerebbero docenti degli adulti!!
 Dovremmo "perdere tempo" a diventare come loro, ogni tanto.
_________________________________________________________________
GIANNETTI ELEONORA 
dal 15 ottobre 2014 al 14 ottobre 2015
tirocinante post-laurea Università degli Studi di Pavia Facoltà di Psicologia