martedì 18 dicembre 2018

Decalogo “Regola Compiti”. Determinerà come e quanti compiti a casa assegnare


E’ arrivato al MIUR il decalogo “Regola compiti”, a cura del Dirigente Scolastico Maurizio Parodi e destinato al Ministro Marco Bussetti e al Sottosegretario Salvatore Giuliano.
Il Dirigente afferma: “Premesso che nessuna norma impone di dare i “compiti a casa” (in altri Paesi è addirittura vietato), e le sole occasioni nelle quali il Ministero si è occupato dei compiti è stato per raccomandare di ridurli e non assegnarli nel fine settimana e durante le vacanze (finanche nella scuola secondaria di secondo grado), ed essendo necessaria e urgente la regolamentazione di tale pratica a causa del carico di lavoro domestico, sempre più soverchiante, imposto agli studenti italiani (dati Ocse) fin dai primi anni di scuola, persino nelle classi a tempo pieno, in ottemperanza all’art.31 della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che sancisce, per ogni bambino/a e ragazzo/a, “il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”, ratificata dallo Stato italiano Il 27 maggio 1991, con Legge n.176. Si propone il seguente modello di Regolamento che i dirigenti degli Istituti comprensivi potranno sottoporre agli Organi collegiali e inserire nel Patto di corresponsabilità educativa.

REGOLACOMPITI
1. I docenti che decidano di assegnare compiti a casa si impegnano a correggerli tutti e a tutti – altrimenti non avrebbe senso farli.
2. I docenti che decidano di assegnare compiti si impegnano a preparare adeguatamente gli studenti affinché siano in grado di svolgerli per proprio conto (devono verificarlo e garantirlo ai genitori) – sarebbe assurdo e umiliante chiedere loro di fare ciò che non sanno fare.
3. Ai compiti svolti a casa non deve essere assegnato alcun voto – il docente non può sapere come e da chi siano svolti.
4. I compiti non fatti non possono essere “recuperati” sacrificando la ricreazione che per nessun motivo, men che mai “disciplinare”, deve essere ridotta o annullata – gli studenti ne hanno bisogno e diritto.
5. I compiti non svolti durante i periodi di assenza (es. per malattia) non devono essere recuperati – non sarebbe umanamente possibile.
6. La giustificazione del genitore per il mancato svolgimento dei compiti deve essere acquisita evitando reprimende o punizioni – umilianti per lo studente e offensive per i genitori.
7. Nelle classi a 40 ore (tempo pieno), non si assegnano compiti: le attività didattiche devono esaurirsi nelle 8 ore di forzata immobilità e concentrazione – pretendere un ulteriore impegno sarebbe controproducente, penoso, crudele.
8. I docenti che decidano di assegnare compiti pomeridiani verificheranno, preventivamente, che non richiedano a nessuno studente un impegno giornaliero che superi:
– 10 minuti nelle classi prime della scuola primaria
– 20 minuti nelle classi seconda e terza
– 30 minuti nelle classi quarta e quinta
– 40 minuti nelle classi prime della scuola secondaria di primo grado
– 50 minuti nelle classi seconde
– 60 minuti nelle classi terze.
9. Non possono essere assegnati compiti nel fine settimana e durante i periodi di vacanza o sospensione delle lezioni – agli studenti deve essere permesso di ricrearsi (garantito il “diritto al riposo e al gioco”), e alle famiglie di ritrovarsi, senza l’assillo stressante dei compiti.
10. Non possono essere assegnati “compiti per le vacanze” (ossimoro logico e pedagogico) – per le ragioni già espresse nel punto precedente e per evitare che i docenti, come previsto dal primo punto di questo Regolamento, trascorrano il resto dell’anno scolastico a correggere gli esercizi previsti dai “Libri per le vacanze”.
E VOI, COSA NE PENSATE?
Manca poco all’inizio delle vacanze natalizie e compiti si, compiti no…perché non svolgerli in compagnia, in un ambiente in cui imparare divertendosi?
Sono aperte le iscrizioni per il CLUB DI STUDIO a cura del Centro Studi Psicosocioeducativi Creativamente.
In questa edizione, gli iscritti avranno anche la possibilità di partecipare ad un laboratorio della croce Rossa di Vigevano in cui i bambini potranno imparare alcuni trucchi per le emergenze.
Il servizio è gratuito, con iscrizione obbligatoria a: clubdistudio.creativamente@gmail.com  



domenica 28 ottobre 2018

HALLOWEEN: LE ORIGINI, LE LEGGENDE…

La parola "Halloween" ha lontana origine anglosassone. Si fa risalire alla tradizione della chiesa cattolica e deriva  probabilmente da una contrazione della frase "All  Hallows Eve", ovvero la notte di Ognissanti. Festeggiata il 31 ottobre, data che nel quinto secolo a.C. nell'Irlanda celtica coincideva con la fine dell'estate. Ricorrenza i cui colori tipici erano l'arancio per ricordare le zucche, le foglie d'autunno e la mietitura; il nero a simboleggiare l'imminente buio dell'inverno e colore sacro delle divinità  pagane che governano il mondo dei morti.

TRAVESTIMENTI MOSTRUOSI…
Narra la leggenda che gli spiriti erranti di chi è morto durante l'anno tornino indietro la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero  sospese, rendendo possibile la fusione del mondo reale e dell'aldilà.
Ovviamente i vivi non volevano essere posseduti, perciò i contadini dei villaggi rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini e rendevano i loro corpi orribili mascherandosi da mostri, gironzolando tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano.

DOLCETTO O SCHERZETTO…
Durante il Medioevo, in Europa, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della "soul cake" (torta dell'anima) nella tradizione chiamata "souling": si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
I bambini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l'anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione. Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l'uscita dal purgatorio e arrivare così al paradiso.

JACK O’ LANTERN (lanterne con la zucca intagliata)…
Narra la leggenda che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero. Alla morte di Jack, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l'ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava.  Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all'interno.
E la zucca, da dove viene allora? La zucca deriva dal fatto che gli immigrati irlandesi, fuggiti dalle loro terre per la carestia della metà del XIX secolo, una volta arrivati in territorio americano, non trovarono rape sufficientemente grosse da poter essere intagliate. Quel che trovarono fu una notevole quantità di zucche, che sembrarono un degno sostituto della rapa.

sabato 8 settembre 2018

UN BUON MOTIVO PER MOTIVARE...A STUDIARE


I termini sviluppo, evoluzione, crescita, maturazione, apprendimento sono parole di uso comune, che denotano concetti complessi e addirittura controversi all’interno delle differenti teorizzazioni scientifiche che se ne occupano. Un fatto però è ormai chiaro e condiviso: tutti rappresentano un processo e non uno stato. Quindi è necessario porre attenzione anche alle varie interazioni.
Già lo psicologo russo Lev S. Vygotskij introdusse il seguente concetto: il comportamento umano non può essere compreso se non si tiene conto del contesto in cui esso si sviluppa. Non nasciamo membri della società, piuttosto siamo predisposti alla socialità e impariamo ad essere membri della società. Ognuno di noi nasce in una struttura sociale entro la quale incontra persone che si prendono cura di lui, persone che risultano oggettivamente importanti in quanto sono esse che gli definiscono le coordinate, le risorse e i limiti entro i quali conoscere e costruire i significati del proprio mondo. Assumere un’identità significa essere collocati ed avere un posto specifico nel mondo in cui quell’identità trova senso.
Quindi, i genitori, la scuola e ogni contesto di vita assume un ruolo importante per il ragazzo, per aiutarlo a sostenere la sua motivazione allo studio e a diventare una persona che adotta strategie efficaci nel mondo. Molte volte le cose non vanno così bene e la motivazione allo studio inizia a scricchiolare. Può così instaurarsi un processo negativo che porta ad un progressivo peggioramento dei risultati scolastici fino a condurre ad una sorta di disinteresse per la scuola stessa.
Come fare allora per cercare di aumentare la motivazione allo studio quando vi sono i segni di un cedimento, o addirittura cercare di farla ritrovare quando se ne è andata?

Sei un genitore, un insegnante, un educatore o semplicemente ti incuriosisce l’argomento? Sono aperte le iscrizioni per il corso S.O.S SCUOLA, COME MOTIVARE ALLO STUDIO organizzato dalla Biblioteca Civica Mastronardi

Per INFO su calendario, costi e iscrizione:

Nella precedente edizione del corso, i partecipanti, un gruppo misto composto da genitori e insegnanti di scuola primaria e dell'infanzia, si sono confrontati su varie tematiche legate all'apprendimento e alla motivazione allo studio. Sono stati analizzati i meccanismi, soprattutto di tipo psicologico, che possono portare gli studenti a "disinteressarsi" alla scuola, preoccupando e mettendo in crisi genitori e insegnanti. Sono state inoltre discusse strategie per un'efficace organizzazione dei tempi e degli spazi, sia a scuola che a casa, per lo svolgimento dei compiti.
Il Progetto "Una Scuola Grande come il Mondo" di cui fa parte il corso è nato proprio con l'obiettivo di aiutare la famiglie a contrastare l'abbandono scolastico che risulta ancora con alte percentuali come riportato dal IX rapporto di monitoraggio della Convenzione Diritti Infanzia ed Adolescenza.
Ricordiamo che il progetto viene realizzato anche grazie alla raccolta fondi, se ci vuoi aiutare https://www.retedeldono.it/it/progetti/a.p.s.-centro-studi-psico-socio-educativi-creativamente/una-scuola-grande-come-il-mondo-0

FESTIVAL DELLE TRASFORMAZIONI II edizione

Anche quest’anno si conferma la stimolante collaborazione tra il Centro Studi Psico Socio Educativi Creativamente e Rete Cultura Vigevano. 
Il primo evento della stagione 2018-2019 che ci vedrà protagonisti si colloca all’interno della seconda edizione del Festival delle trasformazioni. 


Old & New Generation: 
incontro interattivo sulle trasformazioni generazionali

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018 ore 17 

presso la SALA DELL'AFFRESCO - Castello di Vigevano



Essere nati in un determinato periodo storico-sociale significa subire l’influenza degli avvenimenti che lo caratterizzano e distinguersi dalle precedenti e successive generazioni per via delle proprie peculiari cultura e filosofia di vita e di specifici valori, credenze, convinzioni, e capacità.


Durante l’incontro verranno utilizzati come situazione stimolo degli stralci di lettura tratti da "Gli Sdraiati" di Michele Serra e spezzoni dall’omonimo film, per accendere una discussione interattiva e dinamica tra gli schieramenti dei “giovani” e dei “vecchi”, che porterà i partecipanti a sperimentare cambi di posizione fisica e mentale, confrontandosi sui cambiamenti sociali.
L’obiettivo è quello di scoprire insieme se il confronto porterà ad uno scontro senza punti di incontro o se invece, nonostante le trasformazioni avvenute ci sono ancora cose, passioni, pensieri che accomunano generazioni apparentemente molto diverse tra loro.

Continua anche la collaborazione con L’ANTINA di via del popolo – Vigevano, che premierà i PRIMI 30 PARTECIPANTI con un GADGET appositamente realizzato.

Al termine dell’incontro verrà offerto un APERITIVO





martedì 1 maggio 2018

L'ORIENTEERING


L’orienteering, o corsa ad orientamento, è sport nazionale nei paesi scandinavi, dove è nato un centinaio di anni fa, in Italia è invece conosciuto da pochi. 
Questa disciplina sportiva consiste in una sorta di “caccia al tesoro”: si tratta di dover raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile, seguendo il percorso che si ritiene essere il migliore, orientandosi con l’aiuto di una bussola e di una carta topografica particolareggiata e transitando per una serie di punti di controllo, chiamati “lanterne”.
L’orienteering viene anche chiamato lo sport dei boschi perchè esso si pratica soprattutto nei boschi, a stretto contatto con la natura, ma anche nei parchi e nelle città. L’orienteering mantiene attivo sia il fisico che la mente, poiché i concorrenti devono costantemente interpretare la cartina, scegliere il percorso, tener conto dei propri spostamenti in relazione all’ambiente.
L’orienteering è uno sport per tutti ed è particolarmente formativo per i bambini dagli 8 anni, infatti stimola una serie di competenze fondamentali per la crescita:    
• capacità cognitive, messe in gioco per leggere e interpretare la cartina e i suoi simboli, la capacità di astrazione per poter operare il costante confronto carta-realtà, la capacità di problem solving per scegliere la strada migliore per raggiungere il punto successivo del percorso;     
percezione dello spazio e controllo della propria posizione nello spazio che contribuiscono allo sviluppo dello schema corporeo del bambino;    
concentrazione e attenzione, per non sbagliare strada;      
imparare dagli errori, sbagliare strada o non sapere più dove ci si trovi induce il bambino a fermarsi a riflettere sull’errore compiuto e ricollocarsi nuovamente nello spazio. L’errore diventa così un’importante strumento di crescita e di presa di consapevolezza dei propri limiti e capacità;
autonomia e fiducia in sè stessi poiché il bambino compie scelte individuali, e l’autoefficacia percepita, infatti trovare la lanterna rappresenta un feedback positivo immediato circa la sua capacità di essere in grado di fare da solo qualcosa. Competenze importanti per una sana crescita psicologica del bambino.


Se volete iniziare ad allenarvi ad interpretare una mappa e a orientarvi tra le diverse tappe ... perchè non partire domenica 6 maggio dal centro di Vigevano!! 

mercoledì 4 aprile 2018

ARTE, SIMBOLI e VITA: educazione all’espressività artistica


Ripercorrendo la storia del pensiero filosofico e pedagogico, emerge un sottile fil rouge che collega la pratica di attività artistiche alle abilità comunicative e allo sviluppo fisico-cognitivo-emotivo durante l’infanzia.
Numerosi studi dimostrano che, fin dai primi anni di vita del bambino, l’arte contribuisce a migliorarne le capacità espressive, a favorire l’apprendimento logico-matematico e linguistico, a rafforzare la consapevolezza di sé, a liberare le potenzialità creative insite in esso.
In definitiva, essa sembra essere determinante al fine di un’evoluzione interiore dell’individuo.
I bambini mostrano una naturale predisposizione all’arte e alla creatività e molteplici sono i benefici sulle diverse aree dello sviluppo infantile.
Sviluppo emotivo
L’arte incoraggia la creatività, l’immaginazione e l’espressione delle emozioni. Attraverso un disegno il bambino può dire ciò che in altri contesti “non si può dire”, permettendosi di esprimere anche paure, di cui a volte non ci rendiamo conto.
Sviluppo cognitivo
Le attività artistiche favoriscono lo sviluppo del problem solving in vari modi. Ad esempio attuando operazioni di scelta di quale figura rappresentare, oppure nell’atto di riprodurre una figura reale, trovare strategie e soluzioni per superare lo scarto tra la figura stessa e la propria capacità di riprodurla.
Il bambino può inoltre imparare a osservare e interpretare la realtà a modo suo, elaborando una prospettiva multipla.
Non solo con il disegno o la pittura ma anche giocando con il pongo, la pasta di sale o la carta pesta, il bambino diventa consapevole che attraverso dei mezzi materiali si può trasformare l’idea che aveva in testa in qualcosa di reale, che nasce dalle proprie mani.
Sviluppo motorio
Le attività artistiche allenano la coordinazione motoria (disegnare, ritagliare, colorare, incollare...) e la coordinazione bilaterale, sono infatti operazioni che richiedono al bambino l’utilizzo di entrambe le mani. La coordinazione bilaterale sarà poi utile per imparare a svolgere altri compiti (allacciarsi le scarpe, scrivere al computer…).
In generale il bambino migliora la propria manualità e la padronanza fisica sugli oggetti, ciò accresce l’autostima del bambino, il quale si sente padrone di coordinare e controllare i propri movimenti.
Anche per Maria Montessori il fare e l’azione rappresentano la manifestazione esterna del pensiero. In questa concezione, l’esperienza manipolativo-sensoriale, tipica della produzione artistica, assume un ruolo centrale in chiave evolutiva e la mano può essere considerata una sorta di “protesi” della mente.



La mostra d'arte di Giacomo Lusso “Dal mare i segni-da Albissola alla corte di Ludovico” si svolge dal 31 marzo al 15 aprile 2018 presso la Strada Sotterranea del Castello di Vigevano e comprende opere pittoriche e sculture in ceramica realizzate dall'artista.
Ambiente e atmosfera ideale per coinvolgere i ragazzi del Liceo B. Cairoli di Vigevano che partecipano al progetto Cairoli a Colori e concretizzare le loro idee e proposte in un laboratorio didattico rivolto ai bambini. 

venerdì 19 gennaio 2018

CLUB DI STUDIO ... laboratorio a 360* ...

Con la fine delle vacanze Natalizie, si è conclusa anche l'edizione 2017 del Club di studio, azione afferente al progetto Una scuola grande come il mondo in attivo dal 2012. I destinatari sono stati gli alunni della scuola primaria che hanno svolto i compiti in modo sereno e divertente con la supervisione dei nostri volontari e dei ragazzi in stage del Liceo Cairoli di Vigevano e del Ist. Prof. Statale C.Pollini di Mortara.

ECCO DI SEGUITO I COMMENTI e I CONSIGLI di alcuni dei ragazzi del Liceo B.Cairoli.

Frequentare il Club di Studio è stato per me una bellissima esperienza! In particolare, ho potuto apprendere strategie per rendere accogliente l'ambiente per i bambini e per renderlo motivante allo studio. 
Esperienza da provare!
Ludovica Ferrari, 3* B Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano

Esperienza formativa ed istruttiva molto interessante!
Infatti, prima e dopo l'attività con i bambini, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci tra volontari e tutor per riflettere come essere attenti ai bisogni dei bambini.
Chandra Braus, 3* B Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano

L'esperienza mi è stata utile per capire come relazionarsi con i bambini. A volte, mi ha messa alla prova anche rispetto alle mie conoscenze teoriche: ho colto l'occasione di ripassare e ristudiare alcuni argomenti! Ho capito che insegnare è un continuo scambio!
 Martina Polato3* B Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano

Il club di studio è un'ottima opportunità sia per i bambini che vi partecipano che per i volontari.I bambini, confrontandosi con dei ragazzi, si sentono più a loro agio e imparano da persone che vedono la scuola dal punto di vista dello studente e non dell'insegnante. Mentre i volontari, a contatto coi bambini, possono imparare il lavoro dell'educatore, diventare più consapevoli e responsabili, e sperimentare nuove iniziative per i più piccoli!
Io mi sono divertita molto, e spero di tornare presto per fare un nuovo laboratorio!
Valentina Carpignano, 4* B Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano

Dal 2015 ad oggi, ho spesso preso parte al Club di studio organizzato dal Centro Studi Creativamente. Quest'esperienza mi ha permesso di orientarmi rispetto al mio futuro professionale. Il mio indirizzo di studio, scienze umane apre differenti possibilità di applicazione nel mondo della scuola. Aiutare gli scolari deI club di studio dà la possibilità a scolari di apprendere come stimolare la peer education: condisione e aiuto reciproco. Noi grandi abbiamo imparato dai piccoli!
Inoltre, ho iniziato a mettere in pratica alcune nozioni che apprese a scuola rischiano di rimanere unicamente "libresche".
Martina Donadio, 5* A Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano

L'attivitá del Club di Studio é per me un'esperienza utile e che consiglio in quanto da' la possibilitá di sperimentarsi e di testare le proprie capacitá di mettersi in gioco e in relazione con i bambini di diverse etá. É un assaggio di uno dei propri possibili futuri professionali. È uno sguardo da vicino al mondo fanciullesco per coglierne le caratteristiche. Ad esempio, secondo la mia esperienza, per insegnare occorre pazienza, empatia e tanti sorrisi.
Sara Di Benedetto 5* A Sc. Umane - Liceo Cairoli di Vigevano