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sabato 24 maggio 2025

Premiate con 1000 € le idee di giovani studenti e realizzati 2 laboratori #impararedivertendosi

Educazione, creatività e partecipazione attiva:
sono questi i valori che hanno ispirato i due progetti vincitori delle 2 nostre borse di studio
per l'A.S. 2024/2025

Il primo progetto, intitolato "Camminando per il mondo", è stato sviluppato da Carol Alesii e Yassin Chafai, studenti della Fondazione Roncalli Area Formazione - indirizzo animazione e turismo. Questo percorso educativo, pensato per la scuola dell’infanzia, è stato progettato per sensibilizzare i bambini sulle norme di sicurezza stradale e sui corretti comportamenti da tenere quando si è in movimento. Attraverso simulazioni e attività guidate, i bambini mezzani della scuola materna B.V. Addolorata hanno imparato a riconoscere i segnali, a muoversi in sicurezza e a diventare piccoli cittadini consapevoli. Alla premiazione presente anche Sara Cerastico, socia volontaria e dipendente dell'AUTOSCUOLA CERASTICO che da anni ci sostiene nell'organizzazione di attività rivolte ai bambini.

Il secondo progetto premiato, "The Fruity Colors Game", è stato ideato da Gloria Nagari e Samuele Arena studenti della 2 D dell’Istituto “C.Pollini” di Mortara che si sono particolarmente distinti per creatività e proattività, ottenendo un premio speciale costituito da BUONI e ARTICOLI PER LA CASA, da regalare ai genitori. Hanno pensato a giochi interattivi, di movimento e canzoni per insegnare l’inglese ai bambini della Scuola Primaria Polo Educativo Regina Pacis. Un approccio ludico, visivo e coinvolgente, pensato per stimolare fin da subito la memoria, la curiosità e le competenze linguistiche dei bambini.

Le attività si sono svolte nelle scorse settimane (8 e 21 maggio 2025) e sono state l’occasione per il conferimento delle borse di studio per un totale di 1000€, messa a disposizione dal Centro Studi Creativamente per premiare l’originalità, la qualità didattica e l’impatto positivo delle proposte. Entrambe le attività hanno riscosso entusiasmo tra alunni e insegnanti, confermando l’efficacia di percorsi formativi ideati direttamente dagli studenti per i più piccoli.

Le due borse di studio rappresentano un traguardo significativo anche per tutti noi, che quest’anno — grazie al sostegno delle donazioni 5xMille, della vincita del concorso "Esprimi un desiderio" di Coop Lombardia e delle donazioni ricevute in occasione della raccolta di Natale 24 — siamo riusciti a raddoppiare le opportunità offerte, sostenendo concretamente la formazione e il talento giovanile sul territorio.

L’associazione continuerà a promuovere iniziative, bandi e percorsi educativi capaci di valorizzare la creatività degli studenti e incoraggiare una partecipazione attiva, responsabile e costruttiva alla vita scolastica e sociale. Continua ad essere importante il tuo sostegno! DONA ORA

MAGGIORI INFO SUL CONCORSO E SULLA SELEZIONE AL LINK

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giovedì 5 dicembre 2024

18ma edizione del Festival dei Diritti - #impararedivertensosi c'è

Un successo di idee, di progetti, di speranze per il futuro, e anche di pubblico: sono stati oltre 2300 i cittadini che nella sola provincia di Pavia hanno partecipato ai 37 eventi organizzati sul territorio da 87 organizzazioni di volontariato ed enti nel corso dei dieci giorni di Festival dei Diritti.

Reso possibile da una community di organizzazioni non profit attive nelle quattro province (associazioni che ormai da anni aderiscono alla rete informale de La Trama dei Diritti), il Festival ha dimostrato la capacità del volontariato di testimoniare quanto realizzato e di essere anticipatore di ciò che ancora deve accadere. Lo ha fatto attraverso tavole rotonde, incontri, presentazioni di libri, proiezioni di film e documentari, mostre e performance, incrociando spesso nuovi linguaggi e formule pensate per intercettare cittadini sensibili o potenzialmente interessati ai temi trattati, tutti riconducibili all’Agenda 2023 dell’ONU. Un programma capace di collegare urgenze locali a grandi temi globali e destinato, in modo più episodico, a proseguire per tutto l’anno con gli eventi della Trama dei Diritti www.tramadeidiritti.it

In particolare, l'evento #impararedivertendosi per un futuro sostenibile, realizzato data giovedì 14 novembre e sabato16 novembre 2024 ha fatto i seguenti numeri:

3 Sezioni "Senza Zaino" Classi III Scuola Primaria Vidari - Istituto Comprensivo Via Valletta Fogliano di Vigevano hanno aderito al progetto per un totale di  75 studentesse e studenti, 3 insegnanti
La Classe vincitrice del torneo di Gioco dell'Oca Agenda 2030 è stata la Sezione B
4 Enti del Terzo Settore coinvolti per 15 volontari presenti e attivi nella ideazione, progettazione e realizzazione
1 scuola professione con 2 docenti e 3 studenti
1 Sistema Bibliotecario Lomellino per la location della Biblioteca Civica
2 reti di ETS per la diffusione e comunicazione dell'evento (Retecultura/ wetown e Trama dei Diritti/CSV)
40 partecipanti alle attività di workshop
4 attività di workshop
  • 1 tessitura, 
  • 1 ricamo, 
  • 1 gioco dell'oca Agenda 2030, 
  • 1 costruzione di un giocattolo
1 aperitivo conviviale
2 attività commerciali coinvolte: Panificio Vigevanese e Bar Portici Cavour di Vigevano

Alla domanda "
TI E' PIACIUTO L'EVENTO? LASCIA IL TUO PARERE, SUGGERIMENTI" alcune dei partecipanti hanno risposto:
"E' stato un evento molto interessante e soprattutto ha creato una buona rete di collaborazione tra molte realtá cittadine, che si potranno ampliare di certo in progetti futuri realizzabili in rete"
"Ottima iniziativa con il coinvolgimento di molti ragazzi che rappresentano il futuro"
"Evento coinvolgente, variegato e utile sia per i bambini sia per gli adulti presenti"

 

"Vedere bambini e genitori giocare insieme è stato molto bello"
"si, molto utile sia per bambini che per adulti"
"mi è piaciuto molto stare insieme ai bambini e aiutarli con i vari laboratori proposti, l'ho trovata un'iniziativa interessate"
"Bellissimo !!ho imparato cose che non sapevo fare"
"moltissimo. Bellissimo momento di attività insieme"
"Mia figlia si è molto divertita e ha imparato cose nuove"
"È stato molto divertente e interessante"
"È piaciuto moltissimo sia ai genitori che ai bambini per la varietà dei laboratori e la presenza di spunti diversi per condividere un momento collettivo"
"Sì, è stato molto coinvolgente e accogliente"
"Un bel organizzazione, tanti partecipanti, lo staff era molto gentile e accogliente 🤗"

ALLA PROSSIMA OCCASIONE CONTINUATE A SEGUIRCI SUI SOCIAL IG E FB 

mercoledì 27 marzo 2024

CAMBIAMENTO CLIMATICO: QUALI EFFETTI SULLA PSICHE UMANA?

Eccoci giunti al termine di questi post ricchi di spunti di riflessione tratti dal podcast "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030", che potete ascoltare qui.
A guidarci nella riflessione di oggi saranno Vivambiente, associazione del lodigiano e Il Cammino del Po, realtà cremonese. Con le loro attività mettono in evidenza quanto sia importante preservare il nostro ambiente e portare, anche nei nostri territori, i temi globali indicati dagli obiettivi dell’agenda 2030 che riguardano il cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti noi, le notizie sono sempre più allarmanti, è ormai una tematica globale, tale da trasmetterci la sensazione di essere disarmati e impotenti difronte ad una questione tanto complessa e urgente.
Un aspetto spesso trascurato è proprio l'impatto psicologico che il cambiamento climatico può avere sugli individui e sulle comunità.


Gli effetti psicologici del cambiamento climatico possono essere diretti o indiretti. Quelli diretti possono manifestarsi in diversi modi, tra cui ansia, depressione oppure stress post-traumatico in individui che hanno vissuto in prima persona catastrofi quali alluvioni e incendi.
L'ansia climatica è un fenomeno in crescita, specialmente tra le giovani generazioni che si trovano a confrontarsi con un futuro incerto. La costante esposizione a notizie allarmanti sul clima può generare un senso di impotenza e paura, alimentando quadri ansiosi che possono interferire con la vita quotidiana.
Al contrario, un altro effetto psicologico diretto è la tendenza a disconnettersi emotivamente dalla realtà del cambiamento climatico. Questo meccanismo di difesa può portare alla negazione del problema, che a sua volta ostacola gli sforzi per affrontare la crisi in modo efficace.
Oltre agli effetti psicologici diretti, il cambiamento climatico ha anche un impatto indiretto sulla nostra salute mentale. Questi effetti possono manifestarsi attraverso cambiamenti nel nostro ambiente sociale e culturale, così come nelle nostre routine quotidiane. I cambiamenti climatici possono influenzare le nostre attività quotidiane in modi che non avevamo previsto. Ad esempio, ondate di calore prolungate o inverni particolarmente rigidi possono limitare le opportunità di esercizio fisico all'aperto, un fattore noto per migliorare la salute mentale.

Quali strategie di adattamento psicologico possiamo mettere in atto per aiutare le persone a fronteggiare questi cambiamenti?
Sicuramente si può partire, già con i bambini, ad un’educazione mirata e finalizzata ad aumentare la consapevolezza dei cambiamenti in atto. Essere informati sui rischi e sulle soluzioni può ridurre l'ansia e fornire un senso di controllo.
Incoraggiare a parlare apertamente dei propri sentimenti e preoccupazioni può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Riuscire a creare una rete di supporto sociale forte è fondamentale per attenuare gli effetti psicologici negativi.
Inoltre, pratiche come la meditazione e la mindfulness possono aiutare a gestire i sintomi di stress e ansia associati al cambiamento climatico. Nei casi più difficili è bene chiedere aiuto ad un professionista psicologo.

Attraverso una maggiore consapevolezza di questi aspetti, possiamo sperare di sviluppare un approccio meno tecnico, ma più umano alla crisi climatica. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 20 marzo 2024

SI PUO’ IMPARARE DALLA NATURA?

Siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio tra le tematiche del podcast "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030". Negli ultimi due articoli trarrò spunti di riflessione da tematiche e progetti legati all'ambiente. Sfide che spesso sembrano lontane dalle azioni quotidiane ma che richiedono il contributo di ognuno di noi.

In particolare mi ha incuriosita “Cremona Urban Bees”, un progetto che vede l'apicoltura come un punto di incontro per la comunità. Nel 2017 è infatti stato allestito un apiario collettivo urbano, la cui gestione è affidata a neo-cittadini-apicoltori, che hanno ricevuto una formazione specifica da parte di apicoltori esperti. Tutti i cittadini sono coinvolti in modo attivo nell’iniziativa di apicoltura urbana, attraverso piccoli ma importantissimi gesti, come ad esempio: esporre sui balconi fiori melliferi, adottare un’arnia per sostenere il progetto, evitare in maniera assoluta l’utilizzo di spray velenosi. Grande obiettivo che si raggiunge tramite questa attività è anche la socialità che si vive e il sentirsi coinvolti nella vita della comunità.

Vi starete chiedendo cosa c’entrino le tematiche ambientali con il lavoro dello psicologo e perché ve ne sto parlando.
Sicuramente parte del nostro ruolo è educare, sia al rispetto reciproco che dell’ambiente in cui viviamo, alla collaborazione e socializzazione. Ad esempio questo progetto insegna anche che se riusciamo a rispettare le giuste distanze dalle api, apprezzeremo i loro spazi, imparando a capire che sono innocue.

Non è un po’ quello che succede nelle relazioni umane? 
Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer usa “Il dilemma del porcospino” per riflettere sulla difficoltà del vivere insieme agli altri, gestendo il rischio di cadere nel difetto o nell’eccesso nei rapporti con le persone.
Metaforicamente Schopenhauer paragona il tutto ad una giornata fredda d’inverno, durante la quale i porcospini si strinsero vicini per evitare di rimanere assiderati, ma la troppa vicinanza faceva loro sentire il dolore delle spine, finchè non furono in grado di trovare una moderata distanza che consentisse loro di non sentire né il freddo né il dolore. Questo a dimostrazione che la base fondamentale di ogni tipo di rapporto è il rispetto reciproco, e l’equilibrio, troppa vicinanza o troppa distanza fisica, ma soprattutto emotiva potrebbe farci cadere in un paradosso ovvero soffrire vicino, ma ugualmente soffrire anche se si è lontani. La distanza media, grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia, nelle buone maniere, nell'empatia.

Il mondo degli animali, offre altri notevoli spunti per riflettere sulla natura degli esseri umani .
Voi vi chiederete cosa c’entra un animale con un essere umano? Una risposta potrebbe fornirla De Waal che, nel suo libro “L’ultimo abbraccio”, si focalizza sulle somiglianze gli esseri umani e gli animali definendo gli umani solo un po’ più egocentrici.
Gli animali sono in grado di comunicare tra loro, si pensi ad esempio ai delfini i quali attirano l’attenzione emettendo suoni, a quanto sanno essere grati i nostri cani o gatti (forse anche più di noi), alla capacità degli scimpanzè di riconciliarsi con baci e lunghi abbracci dopo un litigio, ai comportamenti messi in atto da alcuni animali quando muore un componente del branco o un loro cucciolo.

Gli animali, proprio grazie alle loro caratteristiche, vengono spesso impiegati anche a scopo terapeutico. Ne è un esempio la cosiddetta Pet Therapy, una forma di terapia in cui il canale comunicativo più usato e sollecitato è quello dell’immediata espressione delle emozioni. Il contatto con gli animali ci ricorda che dovremmo dare spazio all’istinto, alle sensazioni per dar luogo all’esercizio dell’anticipazione (il sentire prima) portandoci sempre di più al benessere fisico e mentale, nostro e di chi ci circonda. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 13 marzo 2024

DONNE, DIRITTI, PARITA’ DI GENERE…

Celebrata la Festa della Donna, vogliamo continuare a parlare di diritti e di parità di genere. Ne sentiamo parlare continuamente, tematica calda in tv, giornali, internet. Come raggiungerla? Obiettivo primario sarebbe quello di imparare a differenziare e a comprendere i diritti, rispettando la diversità.

In una delle puntate del podcast "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030, vengono presentati i progetti dell’associazione di promozione sociale Rumorossǝ che promuovono la parità di genere, fornendo uno spazio dove le donne possono essere se stesse senza dover aderire a stereotipi predefiniti.
L’associazione collabora con i centri antiviolenza dove vengono abbinati percorsi di tutela legale/psicologico e percorsi di riconoscimento all’affettività. Un punto di ri-partenza per donne vittime di violenza sessuale o domestica, che attraverso attività e laboratori, che vedono coinvolte donne di 9 etnie differenti, riprendono ad essere se stesse e si aiutano a vicenda.

Le testimonianze delle volontarie mi hanno fatto nascere la domanda: COME POSSIAMO SVOLGERE AL MEGLIO IL NOSTRO RUOLO DI PSICOLOGI? 
Mi sono così imbattuta in un articolo di Alessandra Serio dal titolo: “Debellare lo stigma dell’etichettamento: da vittima a sopravvissuta”.
Bisogna innanzitutto comprendere la cultura sottostante i comportamenti alla base della violenza di genere, come nel tempo è cambiato il ruolo della donna e dell’uomo e come si sono modificati di conseguenza i rapporti di coppia.
Per sconfiggere la violenza di genere bisognerebbe educare al rispetto reciproco informando e formando ambo i sessi, attivando una comunicazione di confronto efficace sia sui punti di forza che di debolezza e riconoscendosi pari dignità. Gli stereotipi (donne-sesso debole/uomini-virilità) generano etichette sociali.
La stessa parola “vittima”, in riferimento ad una donna che subisce violenze e/o maltrattamenti, rimanda ad un’idea di passività ed impotenza. Nei centri antiviolenza è importante stabilire una comunicazione che miri a non “ritraumatizzare” la donna e quindi formulare cautamente le domande e evitare termini come ad es.”vittima” sostituendola con la parola “sopravvissuta”.
In questo modo infatti, oltre ad evitare l’effetto stigmatizzante e statico del termine “vittima”, si passerebbe ad una concezione dinamica, che possa agevolare una “rinascita”, aiutando la donna a riscoprire a sé stessa e quali risorse interne ed esterne utilizzare per reagire al meglio. Questo termine inoltre mette in evidenza la volontà delle donne di reagire e riprendere in mano la propria vita.

Riscoprire la resilienza, cioè un adattamento positivo che consenta di superare eventi traumatici e/o stressanti inducendo il soggetto al pensiero positivo, per rendere possibile il cambiamento organizzando la propria vita in modo più autentico. Per aumentare la resilienza una pratica efficace, secondo il mio parere, è la pratica della meditazione. Metodo valido per favorire relax, connessione di corpo e mente e agevolare lo sviluppo di qualità positive e la volontà di migliorare la propria persona. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 6 marzo 2024

INTERCONNESSI MA SOLI

Ascoltando il podcast "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030," ho potuto conoscere il Progetto Viviamo Mantova che lavora per creare una città sostenibile e accessibile e abbattere le barriere relazionali e sociali. 
Sono stata colpita dal loro motto: “UNA PLURALITA’ DI SOLITUDINI NON FA DI UNA SOCIETA’ AL CONTRARIO RESPONSABILITA’ E SOLIDARIETA’ FANNO UNA SOCIETA’ VALIDA” e ho deciso di approfondire la tematica della solitudine.
Per combattere la solitudine non basta moltiplicare le iniziative per uscire dall’isolamento. Bisogna anche cambiare la nostra mentalità e adottare nuovi comportamenti per non sentirsi soli e tristi.
Potremmo definire la solitudine come quella sensazione di disagio che si manifesta quando abbiamo bisogno di affetto o compagnia, oltre che di appartenere a un nucleo sociale.
Nel nostro mondo iperconnesso, la solitudine sembrerebbe non esistere, invece l’utilizzo smodato dei social illude la mente, ma non sono affatto simbolo di socialità reale.
Come rivelano sondaggi e studi, gli individui che utilizzano maggiormente i social sono anche quelli con un senso più profondo di solitudine. L’isolamento sociale percepito è la sensazione di non avere contatti sociali desiderati.
Secondo una ricerca condotta presso l’Università di Chicago, la sensazione di solitudine innesca un meccanismo definito in psicologia ipervigilanza per minaccia sociale. Si attiva così un’inconscia attenzione all’autoconservazione, ovvero la tendenza alla maggiore sorveglianza del mondo sociale. Il risultato è un circolo vizioso di ritiro, in cui la persona sola diventa sempre più sospettosa, intensificando il proprio senso di isolamento.


In molti casi la solitudine si associa a sintomi depressivi, disturbi d’ansia e altre forme di malattia mentale. L’ ansia da solitudine è un fattore di rischio per malattie cardiache, diabete di tipo 2 e artrite. Soffrire di solitudine cronica può innescare risposte fisiologiche avverse come l’aumento della produzione di ormoni dello stress , ostacolare il sonno e provocare un indebolimento del sistema immunitario.
Molti di noi associano la solitudine alla vecchiaia, ma un nuovo studio ha scoperto che molte delle nostre supposizioni sono sbagliate.
La solitudine è infatti definita dalla discrepanza tra i nostri legami sociali desiderati e quelli reali, per questo motivo tende a raggiungere raggiunto il picco durante la giovane età adulta, tra i 20 e i 30 anni. Secondo lo studio la solitudine diminuisce durante la mezza età e si avvicina ai livelli dei trentenni nella fascia di popolazione di età superiore agli 80 anni (legata a fattori come l’assenza di un coniuge e le limitazioni funzionali dell’individuo)
L’isolamento involontario purtroppo produce anche un deterioramento dell’autostima.
Non dobbiamo però vedere la solitudine esclusivamente come un fattore negativo.
Nelle giuste circostanze, scegliere di trascorrere del tempo da solo può essere un enorme vantaggio psicologico.
La solitudine può essere uno stato di isolamento senza essere davvero soli. È uno stato di impegno positivo e costruttivo con se stessi. La solitudine è utile perché è un tempo che può essere utilizzato per la riflessione, la ricerca interiore e la crescita personale. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 28 febbraio 2024

SALUTE, BENESSERE ED EDUCAZIONE

In questo nuovo post, che riprende la puntata del podcast di "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030," che potrete ascoltare qui, prenderò spunto dal lavoro di un’associazione di Cremona e di una di Pavia per parlarvi dell’importanza di tutelare la salute, l’educazione e quindi in maniera più generale il benessere.

A Cremona il Gruppo Articolo 32 fornisce servizi sociosanitari gratuiti a coloro che sono esclusi dal Servizio Sanitario Nazionale.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE GARANTIRE LA SALUTE A SOGGETTI RICHIEDENTI RIFUGIO IN ITALIA?
È un principio previsto dall’articolo 32 della Costituzione italiana, in quanto le persone presenti sul territorio italiano, hanno diritto ad avere delle cure che garantiscano la loro salute. Per cercare di superare le difficoltà derivanti da una differente cultura, grande aiuto viene dato dai centri di accoglienza ed è prevista anche la collaborazione con i servizi sociali. A tal proposito, abbiamo in Italia una figura riconosciuta, quella del mediatore culturale, un professionista di fondamentale importanza in quanto dotato di competenze linguistiche e conoscenze culturali utili ad accogliere gli immigrati, inizialmente sprovvisti di ogni mezzo di comunicazione efficace. Il mediatore aiuta e accompagna gli stranieri presso tutti gli enti preposti, come ASL, Servizi Sociali, tribunali, questure, carceri, organizzazioni no profit e associazioni di volontariato.
In ogni struttura è fondamentale mediare, garantendo la comprensione da entrambe le parti, ancor di più in ambito sanitario, dove, in caso di emergenza, è necessario un intervento rapido e organizzato. Tra i diritti umani, la salute è un diritto di tutti.

A Pavia invece, l'associazione Babele ODV, si dedica all'inserimento scolastico dei minori e al supporto delle famiglie, sia italiane che straniere. Garantendo in questo modo, oltre ad un regolare percorso scolastico, il coinvolgimento anche in progetti (come l’Erasmus) e attività utili per il futuro che le famiglie non si potrebbero permettere per motivi economici.

In questo ambito COSA PREVEDE IL RUOLO DELL’EDUCATORE e DELLO PSICOLOGO?
Gli educatori per svolgere i loro compiti in modo adeguato devono essere formati nell’ideazione, progettazione e svolgimento di progetti a medio e lungo termine, cuciti sui bisogni e le caratteristiche della persona, attraverso strategie mirate a garantire i primi risultati in breve tempo. Lo psicologo invece entra in gioco per garantire la tutela psicofisica, mirando alla gestione dello stress psicosomatico indotto dal cambio di luogo di vita e al rispetto della cultura di provenienza, utilizzando strategie specifiche volte a integrare l’immigrato e a indirizzarlo verso una formazione e un lavoro adeguato. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 21 febbraio 2024

SOLIDARIETA’ INDIVIDUALE per la lotta alla povertà e alla fame

Ciascuno di noi può contribuire alla solidarietà in azione, sia attraverso organizzazioni strutturate, sia attraverso azioni individuali. Ogni piccolo gesto conta nel raggiungimento obiettivi globali dell’Agenda 2030.
La puntata del podcast che potrete ascoltare qui racconterà di due progetti, esempi di solidarietà spontanea. 

A Pavia "Nessuno si salva da solo," progetto partito ad Aprile 2020 per supportare le famiglie in difficoltà, durante la pandemia attraverso donazioni di persone con un reddito garantito che,  per alcuni mesi, hanno devoluto una piccola quota del proprio stipendio in un fondo di solidarietà gestito dalla Caritas per coprire le spese di chi, come musicisti, piccole imprese, palestre si è trovato a reddito zero.

L’esperienza di Caritas Mantova, invece, ci racconta come la comunità possa fornire risposte concrete e rapide a emergenze sociali, contribuendo così alla nascita di nuovi Empori Solidali, piccoli supermercati dove poter fare la spesa gratuitamente in ambienti più dignitosi.

In questi progetti lo psicologo interviene in supporto a persone che per motivi oggettivi hanno problematiche legate ad esempio a motivi economici e che spesso provocano problematiche psico-fisiche.

Questo argomento ha fatto nascere in me la curiosità di ricercare se e come fossero collegate economia e psicologia. Sicuramente lo sono, innanzitutto sulla componente emotiva, in quanto perdere improvvisamente un posto di lavoro può causare seri rischi per la salute psicofisica del soggetto così come, al contrario, un guadagno troppo elevato potrebbe portare emozioni opposte ma non meno deleterie in quanto difficili da gestire e controllare. Mi sono anche chiesta, nel nostro ruolo di psicologi, come poter supportare e garantire l’equilibrio in una società largamente frenetica che non ci consente di darci il tempo di pensare a quale sia effettivamente la scelta più giusta.

L’Economia Comportamentale rappresenta oggi un ambito di notevole interesse e sviluppo, punto di contatto tra Economia, Etica e Psicologia. Diverse ricerche hanno evidenziato che non sempre il consumo è legato ad una necessità bensì subentra la componente emotiva, spesso il desiderio di essere soddisfatti da un bene materiale nasconde una carenza emotiva che si tenta così di colmare.
L’economia comportamentale, da una parte si focalizza sui processi cognitivi che guidano i processi di scelta, prendendo il nome di Economia Cognitiva, dall’altra parte studia come avviene il condizionamento sul compratore e sull’ambiente sociale.

E voi? Tendete ad essere razionali durante i vostri acquisti o vi lasciate guidare dall’istinto?
Sarebbe interessante imparare ad usare strategie per contrastare un consumo smodato o viceversa contrastare l’incertezza di un eventuale acquisto.

                                                                                         Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia 


mercoledì 14 febbraio 2024

AGENDA 2030 - 17 BUONE RAGIONI - PER FARE ANCHE PSICOLOGIA

“17 buone ragioni - Idee per vivere l’Agenda 2030" è un podcast informativo ed esperienziale che esplora gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Progetto partito da CSV (Centro Servizi Volontariato) Lombardia Sud ed ETS in cui vengono trattate le storie di diverse realtà di volontariato presso Cremona, Lodi, Mantova e Pavia, territori nei quali opera CSV Lombardia Sud. Si parla di iniziative di trasformazione territoriale per un futuro sostenibile e del ruolo dello psicologo, con la sua capacità di adattarsi ed intervenire in ogni contesto.

QUALI SONO GLI ARGOMENTI TRATTATI? Gli argomenti considerati riguardano solidarietà individuale, salute, benessere, educazione, parità di genere ed inclusione, educazione alla pace e diritti umani, cambiamento climatico e sostenibilità. Progetti che sono una testimonianza che il VOLONTARIATO E’ UNA COSA SERIA!

Qui il link di riferimento per ascoltare su Spotify il podcast agenda 2030


Parlandovi di questo ventaglio di argomenti spero di riuscire a farvi capire l’importanza del ruolo dello psicologo e come esso possa inserirsi in un’ampia gamma di tematiche e progetti che sembrerebbero molto distanti dalla nostra categoria ma che dimostrano invece l’importanza di gestire l’uomo e l’ambiente.
COSA SIGNIFICA PROMUOVERE L’UOMO E L’AMBIENTE? Quale collegamento c'è tra questi argomenti, la figura professionale dello psicologo e l'antropologia culturale?

ANTROPOLOGIA CULTURALE significa in modo molto semplice “Filosofia con esseri umani dentro". Argomento che spesso viene ignorato, ma che in realtà è il grande punto di partenza per ricevere risposte ai nostri quesiti esistenziali. Nulla se non si è definito nella nostra mente si può insegnare. Disciplina nata per garantire punti di osservazione diversi in diverse parti del mondo, dove l’esperienza maturata, abbinata alla competenza sulle materie studiate, da la possibilità di creare rete nel promuovere modi di pensare differenti, ponendosi interrogativi sugli esseri umani: Come vivono? Cosa pensano? Tutto questo ci addestra al rispetto verso la diversità e alla prevenzione di problematiche sociali.

Non siete curiosi di scoprire se è veramente importante lo psicologo nei vari contesti? Secondo voi l’osservazione in ambienti diversi non darebbe la possibilità di capire meglio come fidarsi della nostra professione? Sarebbe utile dare la possibilità di creare reti nelle quali è presente una figura di riferimento, esperta nel garantire ascolto?
Bene, nei post a seguire cercherò di spiegarvi la figura dello psicologo nei vari ambiti.
Sarei curiosa di scoprire cosa ne pensate, se vi fa piacere lasciate un commento, magari potrebbero uscire anche nuove idee per rendere maggiormente interattiva l’associazione Creativamente!

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 7 febbraio 2024

COSA SONO GLI ENTI DEL TERZO SETTORE?

Sapete che il Centro Studi Creativamente è un Ente del Terzo Settore?

Oggi ho deciso di parlarvi proprio degli Enti del Terzo Settore (ETS).  QUALI SONO? COSA FANNO? PERCHE' E' IMPORTANTE CONOSCERE LA NORMATIVA?

Si definisce “Terzo Settore” dal momento che costituisce un altro ordine o classe rispetto alla sfera dello Stato e della Pubblica Amministrazione e a quella del mercato e delle imprese.

Il decreto legislativo 117/2017 ha disciplinato in maniera dettagliata il mondo del terzo settore delineando un nuovo scenario organizzativo, gestionale, normativo e fiscale che farà da cornice agli Enti del Terzo Settore dopo l’entrata in vigore completa della riforma (alcune norme di carattere sostanziale sono già in vigore da più di due anni altre invece stentano a passare dalla teoria alla pratica). La legge si prefigge di provare a mettere ordine in un panorama vastissimo e diversificato di circa 300.000 associazioni.

Due sono le grandi novità portate dal D.Lgs. n.117 del 2017: il cambiamento della classificazione delle associazioni e l’introduzione del RUNTS, ovvero il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

Di seguito vi lascio il link al decreto legge completo D.Lgs. 117/2017

CHE COSA SI DEFINISCE  “TERZO SETTORE”?

Per terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.

Nei principi sanciti dalla Costituzione, il mondo del no profit coincide con il principio di sussidiarietà dove viene stabilito che Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale.


QUALI SONO GLI ENTI DEL TERZO SETTORE?

-ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO 

-ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE (proprio come noi!)

-ENTI FILANTROPICI 

-IMPRESE SOCIALI: cooperative sociali, reti associative, società di mutuo soccorso, fondazioni ed enti di carattere privato diversi dalle società, costituite per il perseguimento senza scopo di lucro di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.


QUALI SOGGETTI SONO ESCLUSI DALLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE?

-le amministrazioni pubbliche ex art.1,c.2,d.lgs.165/2001

-le formazioni e le associazioni politiche 

-i sindacati

-le associazioni professionali e di rappresentanza di categoria economiche 

-le associazioni di datori di lavoro


E LE ONLUS?

Sono state chiamate ad adeguare il proprio statuto alle novità di legge scegliendo una delle tre opzioni previste dalla riforma:

ODV= organizzazione di volontariato 

APS= associazione di promozione sociale 

altro ente tra quelli previsti dall’art.4 del d.lgs.117/2017 


QUALI SONO I VANTAGGI DELL’ISCRIZIONE AL RUNTS

L’iscrizione al RUNTS permette all’associazione di accedere ai benefici fiscali sociali ed economici previsti, di accedere al 5 per mille e, per specifiche tipologie di ETS, di accedere a contributi pubblici o di stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni.

Proprio questo ambito apre la possibilità alla figura dello psicologo di poter offrire le proprie competenze per la realizzazione di progetti volti a migliorare il benessere della comunità.


Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia

mercoledì 13 aprile 2022

#leggerefabene SBLAM 22 - invito per i docenti

Come CENTRO STUDI CREATIVAMENTE supporta da sempre l'interesse e l'amore per la lettura nell'ambito scolastico, extrascolastico e associazionistico. Miriamo ad aiutare i giovanissimi studenti nelle loro attività scolastiche ed extrascolastiche, coinvolgendoli in un'ottica complessiva come soggetti all'interno del mondo, dove spesso non è facile orientarsi. Ed è proprio in questo senso che la lettura può venire considerata: un faro che illumina la rotta e permette di navigare anche di notte, senza avere paura di smarrirsi nei meandri dell'oceano. Il libro non deve essere percepito come un'imposizione meramente scolastica, ma un amico che si sceglie autonomamente in base alle proprie esigenze e al proprio sentire.

Abbiamo così aderito e sosteniamo il progetto "SBLAM" (acronimo di Sistema Bibliotecario della Lomellina Album Multimediale) che nasce in seno al Sistema Bibliotecario della Lomellina (di cui siamo parte) con la collaborazione dell'Associazione Hamelin, la quale si occupa del di una formazione specifica per lo sviluppo della lettura negli adolescenti.
Nasce come progetto scommessa nel 2019 e si concretizza come una rete tra scuola e territorio che coinvolge sinergicamente più realtà e soggetti educativi. Il principio che sta alla base è promuovere la lettura tra i giovani, avvicinando e motivando il più possibile bambini e ragazzi alla lettura, attraverso strategie che, al giorno d'oggi, puntano molto sulla multimedialità e l'utilizzo di sistemi informatici.

“SBLAM” è una sorta di “database” che collega le varie biblioteche della regione Lomellina e propone dei titoli selezionati.

Il nodo cruciale consiste nel creare una rete di collaborazione sempre più ambia nel territorio e, dunque, formare adeguatamente i vari enti e associazioni, nonché il personale docente in quanto gli enti scolastici sono il punto di partenza e il terreno fertile per inserire la lettura come uno strumento di crescita personale.

Progetto “SBLAM” vi aspetta 
per la formazione dei docenti 
il 20/04/2022 e il 12/05/2022 
dalle ore 15 alle ore 17.00 
con Nicola La Forest.

E' attivo un GRUPPO DI CONDIVISIONE interno al progetto PSICOBIBLIOTECA, volto a sostenere il #leggerefabene.
Referente Erika GARDIN - VUOI ESSERE DEI NOSTRI? 
scrivici su creativamente.pv.azioni@gmail.com

sabato 2 aprile 2022

L' AUTISMO NON E' UNA MALATTIA MA UNA CONDIZIONE


Nel 2007 le Nazioni Unite decisero di istituire il 2 aprile quale giornata mondiale dell’autismo e associarono ad essa il colore blu in quanto esso rimanda a una sensazione di calma e accettazione, in un mondo multisonoro e frenetico, in cui le persone con autismo possono non sentirsi a loro agio. Una tinta che ha il potere di risvegliare il senso di sicurezza e il bisogno di conoscenza. Sono proprio questi i due temi che coinvolgono il mondo dell’autismo. La sicurezza intesa sia come la possibilità di vivere un’esistenza libera e protetta per le persone autistiche ed i loro genitori, sia come sicurezza del futuro. La conoscenza vista sia come ricerca scientifica, sia come consapevolezza per tutti nel sapere come comportarsi con una persona autistica.

L'autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che si manifesta nei primi tre anni di vita del soggetto. In Italia si stima che 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico. 
Il funzionamento della persona autistica impatta in aree specifiche, la comunicazione, l’interazione sociale, la ripetitività e la ristrettezza di interessi.

In occasione di questa giornata, la nostra socia Sara Cerastico (laurea in Sc.Educazione) vuole condividere con voi il ricordo di un’interessante incontro con il professor Lucio Moderato, al quale ha partecipato da neolaureata. Nonostante sia ormai passato qualche anno, quelle parole sono ancora ben impresse nella sua memoria…

…”Mi è piaciuta la definizione semplice ma evocativa, che il Professor Moderato ha dato dell’autismo: l’autismo è una condizione. Quest’ultima una parola alla portata di tutti che non categorizza, a cui è stata poi aggiunta una valutazione, ovvero l’autismo è una condizione complessa che, e questo è un mio parere personale, non può non prescindere dalle esperienze vissute e dalle ricerche scientifiche che in continuo aggiornamento cambiano lo scenario sul tema” dice Sara.

Lucio Moderato, deceduto lo scorso anno a causa del Covid, è stato uno Psicologo e psicoterapeuta, considerato uno dei massimi esperti italiani di autismo.
Oltre 20 anni fa ha iniziato a parlare in Italia di autismo e dei trattamenti terapeutici di tipo educativo-comportamentale idonei per migliorare questa condizione. Grazie a lui c’è stata una svolta positiva nella visione dell’autismo. Mentre intorno a lui, vari professionisti erano ancora legati a una visione dell’autismo che vedeva questo disturbo come derivante da un rapporto relazionale difettoso tra madre e figlio, dove una madre anaffettiva causava l’autismo nel bambino.
Il professore è stato tra i primi a capire che l’autismo fosse un disturbo del comportamento e non una patologia e ha insegnato che le possibilità contano più dei deficit.
La sua passione lo ha spinto a individuare una serie di modelli virtuosi che definiscono specificamente che cos’è l’autismo e che permettono di creare dei percorsi a beneficio di migliaia di soggetti autistici, migliorando in maniera significativa gli effetti della loro condizione, utilizzando un approccio globale alle disabilità intellettive a cui oggi tante strutture dedicate fanno riferimento e traggono ispirazione.
Con caparbietà e ostinazione cercava di insegnare qualcosa anche agli adulti con autismo che per altri esperti erano casi irrecuperabili, riuscendo comunque a trovare il modo di migliorarli e dando loro nuova dignità.

mercoledì 30 marzo 2022

LA CECITA' DIVIDE LE PERSONE DALLE COSE

“ La cecità divide le persone dalle cose”
Helen Keller

Con la sua partecipazione al festival di Sanremo e con la fiction “Blanca”, l’attrice Maria Chiara Giannetta ha portato sotto i riflettori la tematica del deficit visivo.

Nella vita di tutti i giorni si usa il termine CECITA’ in senso lato per indicare la mancanza di discernimento, di buon senso o di intelligenza. Il dizionario, però, definisce la CECITA' come mancanza o perdita della facoltà visiva.

La persona affetta da cecità può essere definita come CIECA o IPOVEDENTE. Il prefisso IPO, in parole composte, indica insufficienza. L’IPOVEDENTE quindi è un soggetto che ha una vista insufficiente per condurre una vita definita “normale”.
Tuttavia esistono molti tipi di cecità perché l’occhio è un organo molto complesso. Oltre alle patologie visive più conosciute (miopia, presbiopia, astigmatismo, daltonismo,…), esistono altri difetti visivi come anisometropia (differenza significativa di diottrie tra i due occhi), nictalopia (difficoltà a vedere oggetti illuminati con luci intense), …
Le persone affette da deficit visivo hanno a loro disposizione molti ausili che li aiutano a condurre una vita autonoma come il bastone bianco o il lettore vocale. La tecnologia ha aiutato ulteriormente con la nascita di applicazioni utili a riconoscere gli ambienti, i colori, …

L’ausilio più diffuso è il codice Braille, un sistema di scrittura tattile che vediamo spesso sulle scatole dei medicinali, sui tasti degli ascensori, … Questo sistema di scrittura consente alle persone cieche ed ipovedenti di leggere.

Vuoi saperne di più? E’ in partenza un corso sul codice Braille e sullo sviluppo del bambino cieco.

Per info  clicca qui  oppure scrivi a formazione@asspabbiategrasso.it

martedì 22 febbraio 2022

Alunni BES, DSA, DVA ?!?! Facciamo chiarezza...



Sentiamo spesso utilizzare gli acronimi BES, DSA, DVA riferendosi ad alunni che a scuola hanno bisogno di attenzioni speciali. Ma spesso non conosciamo cosa si intenda con questi acronimi e cosa implichino per i bambini/ragazzi che vengono identificati come BES, DSA o DVA.
La Direttiva Ministeriale del 27/12/12 del MIUR (ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) fa chiarezza indicando come BES solo quegli alunni che, pur manifestando un Bisogno Educativo Speciale (BES), non rientrano nelle misure previste dalla L. 104/92 sulla disabilità e dalla L. 170/10 sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Gli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, per ragioni molteplici ed eterogenee, sono in costante aumento. La Direttiva Ministeriale indica lo svantaggio scolastico come un’area che comprende problematiche diverse. Queste problematiche sono definite in modo generico come Bisogni Educativi Speciali (BES) ma comprendono alunni indicati come BES, alunni indicati come DSA e alunni indicati come DVA.
In questa categoria sono compresi: 
  • alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale indicati con la sigla BES. In questo caso, pur non essendo in presenza di una problematica certificata o diagnosticata, si rileva un bisogno educativo speciale, generalmente limitato nel tempo, dovuto a situazioni molteplici e contingenti, che sono causa di svantaggio e, pertanto, richiedono per un certo periodo una particolare attenzione educativa. Si tratta ad esempio degli alunni di recente immigrazione, che non hanno ancora appreso la lingua italiana, oppure di allievi che si trovano in una situazione sociale, economica o culturale difficile, che comporta disagi molteplici nel regolare percorso scolastico.
  • Alunni con disturbi evolutivi specifici indicati con la sigla DSA. La Direttiva Ministeriale chiarisce che in essa rientrano non solo i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), diagnosticati ai sensi della L. 170/10, ma anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD). Questi alunni possiedono una certificazione che attesta tipologia, aree e livello delle difficoltà e strumenti compensativi e dispensativi atti a minimizzare o compensare tali da garantire il successo scolastico degli allievi. 
  • Alunni con disabilità indicati con la sigla DVA certificata ai sensi della L. 104/92. Solo in questo caso è prevista la presenza del docente di sostegno, per un numero di ore commisurato al bisogno.
Per approfondire:
- A cura di Ricerca e Sviluppo Erickson, “BES a scuola”, Erickson
- G. Stella e L.Grandi, “Come leggere la dislessia e i DSA”, Giunti scuola
- G. Daffi, C. Prandolini, Cristina “ADHD e compiti a casa : strumenti e strategie per bambini con difficoltà di pianificazione, di organizzazione e fragilità di attenzione”, Erickson

domenica 20 febbraio 2022

STORIE DI NOI: il volontariato secondo Davide

Chi meglio dei nostri soci e volontari possono raccontare cosa significhi essere parte del Centro Studi Creativamente?

Ecco la testimonianza di Davide:

Sono uno studente al terzo anno del liceo delle Scienze Umane e diventare volontario del Centro Studi Creativamente per me è stata un’occasione imperdibile. Faccio parte di questa squadra da un annetto, ciò mi ha permesso di mettermi in gioco, imparando a conoscere più da vicino il mondo del sociale e affrontare in modo più approfondito i programmi psico-socio-educativi presentati a scuola. Da quest’anno avrà molteplici funzionalità dato che mi garantirà anche di accumulare crediti scolastici (che fanno sempre comodo) e sicuramente mi coinvolgerà in nuovi progetti innovativi e utili ad aiutare gli altri studenti come me.
Passaggio testimone volontario più attivo 
Per esempio, l’anno scorso ho preso parte al progetto “Una regia extrascuola: un ponte sul mondo” dando il mio contributo alla Mappatura dei servizi extrascolastici. Ho effettuato ricerche sul web e mi sono tenuto impegnato durante il lockdown delle vacanze di natale 2020. Inoltre ho potuto approfondire quali siano i fattori che guidano la motivazione del ragazzo durante la fase di apprendimento, grazie alle serate degli esperti e alle dirette Instagram nelle quali ho potuto portare il mio punto di vista e la mia esperienza diretta col mondo scuola.

Nel 2021, ho anche vinto il riconoscimento di VOLONTARIO PIU' ATTIVO!

#formazione #mettereinpratica #volontariato 




venerdì 18 febbraio 2022

DIARIO DI UNA STAGISTA - un ponte tra scuola, famiglia e servizi n*4/5

Come vi ho accennato nel primo mio post, ho potuto seguire parte del progetto UNA REGIA EXTRASCUOLA: un ponte sul mondo (per approfondire), capofila il Coordinamento Volontariato Vigevano, in partnership con il Centro Studi Creativamente - Aps e l’Università per il Tempo Libero e la Terza Età Luisa Rossi - Aps e in sinergia con diverse realtà del territorio, uniti dalla motivazione comune di aiutare il proprio territorio e la scuola affaticati dall’emergenza Covid19.
Il progetto è stato sostenuto nell'avvio dai fondi Bando Volontariato 2020 aggiudicati dal volontariato vigevanese sempre sul pezzo per progettazione in linea con i bisogni del territorio e sta proseguendo in autonomia.

In particolare, rimarranno a patrimonio e uso della comunità le registrazioni delle serate di confronto su differenti tematiche che hanno visto il confronto in diretta tra i vari attori: insegnanti, dirigenti, psicologi scolastici, educatori professionali, studenti, famiglie, ...

Video su cui fare proprie riflessioni, condividerle con altri, creare dialogo su tematiche che in vario modo entrano nella scuola, nelle famiglie.

Ecco qualche appunto e un sommario con l'invito di prendere visione dei VIDEO al nostro canale you tube e ovviamente, aspettiamo la VOSTRA OPINIONE via mail o nei commenti.

Una Regia Extrascuola: UN PONTE
PRIMO VIDEOScuola e doposcuola: a caccia di motivazione QUI puoi rivedere la serata
Si parla dello sportello attivato nel 2021, con lo scopo di dare INFORMAZIONI e di ORIENTARE le famiglie e mi ha colpita la funzione di collegamento, ossia di fare da PONTE, tra il sistema scolastico e i sistemi extrascolatici.
SECONDO VIDEODSA dalla valutazione alla pratica di strategie QUI puoi rivedere la serata
Se volete avere una prima infarinatura delle sigle e dei significati, ecco il video che fa per voi per approfondire il tema DSA - Disturbi specifici dell’apprendimento.
TERZO VIDEOOltre la motivazione: tra identità e cambiamento QUI puoi rivedere la serata
Cosa c'entra l'identità con la motivazione? Ho sentito parlare da un'angolatura poco trattata dell'importanza degli adolescenti di scoprirsi, scoprire il proprio corpo e di identificarsi con gli altri, di sentirsi parte del gruppo. 

Una Regia Extrascuola: INTERROGAZIONI
QUARTO VIDEODidattica a Distanza tra studio e realtà
DAD...ormai sappiamo di cosa si tratta, ma vale sempre approfondire il tema per scoprire le caratteristiche dello strumento
QUINTO VIDEO: Giovani e pandemia nel contesto scolastico ed extrascolastico: interrogazioni sui risvolti emotivi e relazionali
Viene trattato il tema del ritiro sociale: alcuni giovani sceglie di rimanere a casa. Bisogna cercare di capire cosa vogliono comunicarci, come? Venendo incontro ai giovani. e la domanda che mi sorge è: si parla abbastanza con i giovani?
SESTO VIDEO: Quanto conosci l’arcobaleno?
....emh... l'ABC della terminologia corretta spiegata in modo divertente

Una Regia Extrascuola: PERCORSI
SETTIMO VIDEO: Nonostante tutto... con la partecipazione dell’Assessore alle Politiche Educative Antonello Galiani
Gli esperti hanno risposto a quesiti come:
- PDP: cos’è? 
 - Come? 
- Per chi?

OTTAVO VIDEO: #impararedivertendosi con la partecipazione di associazioni ludiche e sportive del territorio
Secondo voi, si può? e Come? Sono stati portati alcuni esempi di buone prassi, sottolineando l’importanza dello SPORT, il quale migliore varie abilità, tra cui la consapevolezza e soprattutto rende partecipe anche la famiglia.

NONO VIDEO: Sdoganare gli stereotipi
Spesso l’ignoranza, ossia il non sapere, è un ostacolo per comprendere e capire situazioni diverse, che vanno oltre le nostre comuni usanze o modi di fare. Infatti, solitamente sono “colpite” le MINORANZE. GROSSO PROBLEMA DEL BULLISMO, bisogna trovare delle soluzioni, per esempio tramite sportelli antidiscriminazioni e attraverso delle LEZIONI coi giovani (nelle scuole).

Nota: Personalmente mi pongo un quesito, anche nella nostra città ci sono stati vari episodi drammatici, la nostra comunità come ha/vuole contrastare questo fenomeno? Il carcere è l’unico strumento a nostra disposizione?
Secondo me bisogna trovare delle alternative, in quanto, purtroppo ha ancora uno scopo strettamente punitivo.

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Sara Turka
A.S. 2021/22 
Università degli Studi Bicocca di Milano

Facoltà di Psicologia