mercoledì 20 marzo 2024

SI PUO’ IMPARARE DALLA NATURA?

Siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio tra le tematiche del podcast "17 BUONE RAGIONI - Idee per vivere l’Agenda 2030". Negli ultimi due articoli trarrò spunti di riflessione da tematiche e progetti legati all'ambiente. Sfide che spesso sembrano lontane dalle azioni quotidiane ma che richiedono il contributo di ognuno di noi.

In particolare mi ha incuriosita “Cremona Urban Bees”, un progetto che vede l'apicoltura come un punto di incontro per la comunità. Nel 2017 è infatti stato allestito un apiario collettivo urbano, la cui gestione è affidata a neo-cittadini-apicoltori, che hanno ricevuto una formazione specifica da parte di apicoltori esperti. Tutti i cittadini sono coinvolti in modo attivo nell’iniziativa di apicoltura urbana, attraverso piccoli ma importantissimi gesti, come ad esempio: esporre sui balconi fiori melliferi, adottare un’arnia per sostenere il progetto, evitare in maniera assoluta l’utilizzo di spray velenosi. Grande obiettivo che si raggiunge tramite questa attività è anche la socialità che si vive e il sentirsi coinvolti nella vita della comunità.

Vi starete chiedendo cosa c’entrino le tematiche ambientali con il lavoro dello psicologo e perché ve ne sto parlando.
Sicuramente parte del nostro ruolo è educare, sia al rispetto reciproco che dell’ambiente in cui viviamo, alla collaborazione e socializzazione. Ad esempio questo progetto insegna anche che se riusciamo a rispettare le giuste distanze dalle api, apprezzeremo i loro spazi, imparando a capire che sono innocue.

Non è un po’ quello che succede nelle relazioni umane? 
Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer usa “Il dilemma del porcospino” per riflettere sulla difficoltà del vivere insieme agli altri, gestendo il rischio di cadere nel difetto o nell’eccesso nei rapporti con le persone.
Metaforicamente Schopenhauer paragona il tutto ad una giornata fredda d’inverno, durante la quale i porcospini si strinsero vicini per evitare di rimanere assiderati, ma la troppa vicinanza faceva loro sentire il dolore delle spine, finchè non furono in grado di trovare una moderata distanza che consentisse loro di non sentire né il freddo né il dolore. Questo a dimostrazione che la base fondamentale di ogni tipo di rapporto è il rispetto reciproco, e l’equilibrio, troppa vicinanza o troppa distanza fisica, ma soprattutto emotiva potrebbe farci cadere in un paradosso ovvero soffrire vicino, ma ugualmente soffrire anche se si è lontani. La distanza media, grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia, nelle buone maniere, nell'empatia.

Il mondo degli animali, offre altri notevoli spunti per riflettere sulla natura degli esseri umani .
Voi vi chiederete cosa c’entra un animale con un essere umano? Una risposta potrebbe fornirla De Waal che, nel suo libro “L’ultimo abbraccio”, si focalizza sulle somiglianze gli esseri umani e gli animali definendo gli umani solo un po’ più egocentrici.
Gli animali sono in grado di comunicare tra loro, si pensi ad esempio ai delfini i quali attirano l’attenzione emettendo suoni, a quanto sanno essere grati i nostri cani o gatti (forse anche più di noi), alla capacità degli scimpanzè di riconciliarsi con baci e lunghi abbracci dopo un litigio, ai comportamenti messi in atto da alcuni animali quando muore un componente del branco o un loro cucciolo.

Gli animali, proprio grazie alle loro caratteristiche, vengono spesso impiegati anche a scopo terapeutico. Ne è un esempio la cosiddetta Pet Therapy, una forma di terapia in cui il canale comunicativo più usato e sollecitato è quello dell’immediata espressione delle emozioni. Il contatto con gli animali ci ricorda che dovremmo dare spazio all’istinto, alle sensazioni per dar luogo all’esercizio dell’anticipazione (il sentire prima) portandoci sempre di più al benessere fisico e mentale, nostro e di chi ci circonda. 

Dott.ssa Rosita Romano, laureata in psicologia