venerdì 21 maggio 2021

[MOTIVIAMOCI pillole strategie] - l'ambiente di apprendimento

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Per permettere al bambino di apprendere nel modo a lui più congeniale è necessario fornirgli le situazioni e gli strumenti più adeguati, sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista emotivo e relazionale.

Il contesto in cui il bambino sperimenta ed apprende viene anche definito ambiente di apprendimento, ossia attività strutturate, "intenzionalmente", in cui si organizza l'insegnamento affinché il processo di apprendimento che si intende promuovere avvenga secondo le modalità attese: ambiente, perciò, come "spazio d'azione" creato per stimolare e sostenere la costruzione di conoscenze, abilità, motivazioni.
In altre parole, tutte quelle componenti che facilitano lo studente nell’apprendere: lo spazio fisico in cui svolge l’attività didattica, lo spazio temporale dedicato, gli strumenti tecnologici e didattici che ha a disposizione…ma anche l’ambiente emotivo formato dai docenti e dai suoi compagni!!
Infatti, senza la possibilità di avere scambi con i propri pari, più o meno competenti del bambino stesso in quel particolare compito, mancherebbe l’opportunità di crescita attraverso l’esempio ed il confronto.

Il momento dei compiti dev'essere prevedibile e seguire per quanto possibile i ritmi del bambino
: può essere utile concordare con il bambino il momento della giornata dedicato allo studio, iniziando la sessione di compiti con l'attività percepita come più difficile (il bambino ha la mente più fresca... e via il dente, via il dolore).
Tutto ciò parte dal momento e dal luogo scelti per svolgere i compiti.
Un momento vale l’altro? SBAGLIATO! Ci sono delle fasce orarie in cui l’attenzione è più alta, ad esempio a metà mattina o nel primo pomeriggio, in cui il bambino ha più facilità nello svolgere attività. Potrebbe essere il momento più utile per chiedergli di impegnarsi in compiti che gli riescono un po’ più difficili.
Anche lo spazio fisico è importante: una stanza tranquilla, lontana il più possibile da distrazioni (tv, pc…ma anche il frigorifero della cucina!) e possibilmente poco frequentata durante le ore in cui lo studente è al lavoro, ben illuminata e con a disposizione un tavolo ed una sedia di dimensioni adatte alla statura/età del bambino, costituiscono un’ottima postazione per svolgere un’attività seria come i compiti. Nessuno di voi in ufficio lavora a testa in giù sulla poltrona, con i fogli sul pavimento, giusto?
La parola magica è… ORDINE: affrontare una materia alla volta, proponendo al bambino soltanto i materiali utili per lo svolgimento di quel particolare compito. Una volta terminato si ripongono in disparte… così non si viene sommersi da fogli, penne, quaderni e calcolatrici! 
Ordine significa anche avere delle scansioni temporali che prevedano delle piccole pause… per far riposare lo studente ma anche per permettere ai concetti studiati di “sedimentare” nella memoria. Dieci minuti dedicati ad un passatempo tornano utili per “staccare la spina” e riprendere l’attività con maggiore concentrazione.
Finiti i compiti per il giorno dopo? Aiutiamo lo studente a fare un ultimo controllo sul lavoro svolto, per avere la certezza che nulla sia stato tralasciato, e riponiamo tutto il materiale in cartella.
Poche semplici regole che aiutano lo studente ad avere ben chiaro in testa i suoi doveri e lo aiutano a prevedere le situazioni, allontanando malumori e capricci!
Tutto questo facendo attenzione a proporre ogni attività in maniera divertente e coinvolgente, rendendo i compiti un momento in cui rafforzare il legame ed offrire al proprio figlio occasioni per aumentare la propria autostima e fiducia in se stesso, combattendo la monotonia che solitamente accompagna la richiesta di compilare schede ed esercizi in maniera meccanica.

APPROFONDIMENTO A CURA DI
Dott.ssa Eleonora Giannetti - ex tirocinante post lauream in Psicologia (2015)

Suggerimenti di lettura. Testi presenti in PSICOBIBLIOTECA, disponibili tramite prestito interbibliotecario
- L. Rizzi. Fate i compiti
- G. Daffi. Missione Compiti 
- B. Restelli.Il gioco di Alfa e Beta.
- F. Pazzaglia et all. Empowerment cognitivo e prevenzione dell'insuccesso