Oggi vogliamo condividere un articolo scritto da LuigiMascheroni per Il Giornale.it e ripreso in vari post Facebook, una riflessione interessantissima che per una
volta rivolge un applauso ai ragazzi della fascia d’età 12-18 anni, i tanto
bistrattati adolescenti, etichettati come svogliati, senza interessi e sempre
sdraiati sul divano.
In ordine anagrafico. I
bambini sono al centro dell'attenzione: tutti si preoccupano per loro, con
asili e elementari chiuse. I maturandi hanno i riflettori mediatici puntati
addosso. I “grandi”, per questioni di lavoro, saranno i primi a poter uscire. E
gli anziani protestano pubblicamente perché non accettano di essere gli ultimi
a farlo. Si parla di tutti, tranne di loro: i ragazzi, fascia d'età 12-18 anni.
Dimenticati e silenziosi. Eppure esemplari proprio perché silenziosi. È la
generazione che soffre di più, ed è quella che sta mostrando il meglio. Altro
che “sdraiati”. Hanno rinunciato a tutto, più di tutti. Diligentissimi, continuano
a studiare nonostante il “tutti promossi”. Per più di due mesi sono stati
immobilizzati, proprio nell'età in cui è più importante muoversi. Niente
compagni a scuola, niente sport, niente palestra, niente amori dei sedici anni,
che sono i più belli, niente motorini, niente feste. Mille impedimenti, zero
lamentele. Eroici senza esserlo, maturi senza maturità. Proprio nell'età in cui
l'istinto a ribellarsi alle regole è al massimo, le hanno accettate per un bene
comune. Si svegliano, fanno lezione online, poi addirittura i compiti,
esagerano con la Playstation, e chissenefrega, si trovano tra di loro in chat
(senza parlare ai genitori, e giustamente: cos'hanno da dirgli?) e riempiono il
tempo di film, musica e serie tv. Cogli l'Instagram. Qualcuno addirittura legge.
Hanno persino accettato le regole folli della nuova didattica, qualcosa che
contrasta la natura, il buon senso e la pedagogia. Se agli insegnati va fatto
un monumento, ai ragazzi ne vanno fatti due. Per avere rispettato il lockdown
senza essere di peso e perché - oltre ad avere perso un'intera stagione nella
stagione indimenticabile della vita - quando usciranno troveranno macerie. Noi
genitori piangiamo per le vacanze che non faremo. Loro non fiatano. Qualcuno
dirà: lo fanno perché sono apatici, abituati a subire passivamente. Ok, Boomer.
Un ragazzo tra i 12 e i 18 anni è un alieno rispetto alla famiglia e alla casa.
La vita è fuori, dove ci sono i confini da infrangere, gli errori da fare, le
esagerazioni da provare. Eppure rispettano un quotidiano assurdo ma giusto,
stando dentro in nome della salute là fuori. Accettano la sottrazione di
libertà non per indifferenza, ma perché sanno quanto vale e la rivogliono
indietro, appena possibile, intatta. Altro che “Non sarà più come prima”. La
libertà, dopo, gli deve essere restituita identica. I ragazzi hanno compreso
l'emergenza e hanno tirato fuori le risorse migliori per affrontarla: pazienza,
responsabilità, silenzio. Hanno già vinto. Speriamo che gli altri - i piccoli,
i grandi, gli anziani - se ne ricordino, dopo tutto questo.
Cosa ne pensate? Siete d’accordo con queste parole o
avete avuto modo di sperimentare situazioni completamente diverse? Scatenatevi
nei commenti…