Ecco la testimonianza di Roberta L. che ci racconta il
suo viaggio dall’Italia alla Tunisia, paese in cui risiede. Ci racconta di
essere partita il 24 febbraio da Milano
Malpensa, la pandemia era sul nascere in Italia, erano appena stati scoperti i
primi casi.
In aeroporto poche persone con la mascherina, invece in
aereo l’intero equipaggio con mascherine e guanti, una situazione a cui non
eravamo ancora abituati, che spaventava un po’. In più la paura che qualche
passeggero con lei a bordo avesse il Covid-19.
All’arrivo in Tunisia accoglienza fatta di moduli da
compilare e misurazione della febbre, senso di incredulità e ansia, aumentata
il giorno successivo quando una telefonata del Ministero della Sanità tunisina la
informa che si sarebbe dovuta sottoporre a 14 giorni di quarantena. Il suo volo
è stato l’ultimo partito da Milano, appena dopo la Tunisia ha bloccato gli
arrivi dalle zone a rischio per tutelarsi, dato che lì ancora non c'era un’emergenza
vera e propria.
Ci racconta che all’inizio ha preso molto male la notizia
della quarantena forzata, intorno a lei vedeva la vita degli altri trascorrere
normalmente mentre lei non poteva uscire nemmeno nel suo giardino (solo la
seconda settimana ha avuto questa concessione) e aveva l’obbligo di indossare mascherina
e guanti anche in casa per evitare i contatti con i familiari. Inoltre tutti i
giorni veniva chiamata per comunicare se aveva la febbre e monitorare la sua
salute.
Dopo i primi due giorni di sconforto, ha deciso di
sfruttare tutto questo tempo libero. Ha seguito corsi online, letto libri, si è
data alle folli pulizie della casa, cercando di impegnare al meglio il tempo. E
alla fine, quando le hanno comunicato che la quarantena era terminata, un po' le
è pure dispiaciuto, si era affezionata a quelle voci sconosciute che ogni
giorno le chiedevano come stava!
Proprio quando la sua “reclusione” poteva dirsi terminata
è iniziata quella di tutta la Tunisia, anche lì si erano verificati i primi
contagi ed è stata dichiarata l’emergenza: chiusura di scuole, negozi, ditte tranne
quelle che producono materiale medico, coprifuoco dalle 18 alle 7 del mattino e,
come qui in Italia, spostamenti consentiti solo per motivi medici, lavoro, spesa.
A questo punto però non era più in casa da sola, ma con
il marito e insieme si sono dedicati con calma a tutte quelle attività che di solito
si è costretti a svolgere di fretta, o non si fanno proprio, per mancanza di
tempo, come curare il giardino piantando alberelli, verdure e legumi e prendersi
cura dei loro animali. Si sono dati alla pazza gioia in cucina facendo il pane
fresco tutti i giorni e hanno stretto amicizia con una gatta che era di
passaggio dal giardino e che da allora non si è più allontanata!
Da metà maggio, anche in Tunisia, si sta tornando alla
normalità, coprifuoco alleggerito, riaperture varie, anche gli asili hanno
riaperto, le scuole invece no, ma gli studenti dovranno comunque sostenere gli
esami!
Concludendo…periodo non facile ma con molte “pillole
positive”: lettura, giardinaggio, più tempo trascorso con il marito, nuove
ricette sperimentate, amicizia con medici del Ministero della Sanità, corsi
online effettuati, pet therapy con gli animali del giardino e un nuovo gatto!
E ovviamente ha dedicato un po’ del suo tempo al Centro Studi
Creativamente, collaborando con grande entusiasmo direttamente dalla sua casa
in Tunisia.