venerdì 8 ottobre 2021

[MOTIVIAMOCI pillole strategiche] DI CHI E’ IL MERITO O LA COLPA?

Un diverso aspetto della motivazione allo studio è legato alle attribuzioni causali cioè quelle spiegazioni che ti dai quando ottieni buoni o cattivi risultati in un'interrogazione, un compito in classe, nello sport che pratichi…
La teoria di Weiner sottolinea come le attribuzioni casuali influenzino profondamente i comportamenti futuri. Le persone in genere attribuiscono i loro successi e fallimenti a diverse cause: alcune sono più funzionali di altre per imparare. 

Quando realizziamo dei successi siamo contenti e soddisfatti di noi stessi, ma anche i fallimenti possono essere momenti importanti di apprendimento. È importante chiedersi perché le cose siano andate proprio così, individuare le cause che tu ritieni abbiano influito maggiormente sul tuo successo o insuccesso, interrogandoti su come hai preparato la prova di verifica ma anche cercando informazioni dagli insegnanti.
Un insegnante che afferma: “Bravo! Si vede che hai studiato in modo approfondito!” piuttosto che: “Questo compito era facile e sei riuscito a prendere la sufficienza, la prossima volta studia di più”, incide sull’attribuzione casuale dell’alunno: nel primo caso il successo è dovuto all’impegno (dimensione interna) mentre nel secondo alla semplicità del compito (dimensione esterna).
Di conseguenza le attribuzioni incideranno sull’apprendimento scolastico perché influenzano le aspettative di riuscita, la persistenza di fronte alla complessità della situazione affrontata, la scelta del livello di difficoltà del compito, le emozioni, la motivazione, le prestazioni cognitive e il senso di autoefficacia.


Gli studenti che attribuiscono principalmente all’impegno i loro successi o insuccessi insistono maggiormente nei compiti più difficili, maturano la convinzione di saper individuare in modo autonomo gli obiettivi, gli strumenti per raggiungerli, assegnano un maggior ruolo al controllo delle decisioni personali che non agli eventi esterni.
Al contrario, chi è abituato a non riuscire crede di non farcela in situazioni simili a quella in cui ha fallito. Questa idea, secondo la quale non è possibile fare niente per riuscire bene, porta il soggetto ad abbandonare subito il compito, senza persistere o provare strategie alternative di risoluzione e a formulare attribuzioni di questo tipo: sono sfortunato, il compito era troppo difficile, c’era troppo poco tempo, sono poco intelligente, non ho nessuno che mi aiuti, è colpa dell’insegnante che non mi capisce.

Sarebbe auspicabile far comprendere agli alunni che i loro risultati siano raggiungibili essendo determinati e tenaci, premiandone l’impegno. 
Per concludere ricordiamo che l’impegno è specifico per ogni situazione e quindi altro fattore determinante è imparare ad essere strategici.